Mogherini: "Putin ha gli strumenti per chiudere la crisi. La Ue non vuole armare l'Ucraina" - Main contents
L'Alto rappresentante per la Politica estera ricostruisce il percorso che ha portato alla proposta di pace europea: "Dopo le bombe di Mariupol abbiamo deciso di accelerare. Al Cremlino ieri c'era tutta l'Europa"
La Repubblica, 07 Febbraio 2015
BRUXELLES - Il presidente Hollande e la cancelliera Merkel fanno la spola tra Kiev e Mosca, tra Poroshenko e Putin, per proporre quella che definiscono "una pace europea". E lei, che è l'Alto rappresentante della Ue per la politica estera? Non si sente tagliata fuori? Federica Mogherini sorride nell'auto blindata che corre verso l'aeroporto. È appena uscita da un incontro con il vice-presidente americano Biden e sta partendo per Monaco dove oggi e domani si ritrova il Gotha della diplomazia mondiale. "A parte il fatto che questi sono vertici a livello di capi di Stato e di governo, e il mio riferimento sono i ministri degli Esteri, da mercoledì seguo passo per passo in contatto costante con Berlino questo tentativo. Merkel e Hollande sono portatori di una proposta autenticamente "europea". E questo, se permette, è un fatto positivo. Da mesi diciamo come Ue che appoggiamo gli sforzi diplomatici in ogni formato, e su questo abbiamo lavorato tanto...".
"Il lungo silenzio si è rotto dopo il bombardamento di Mariupol e la dura reazione della Ue. Al Consiglio dei ministri degli Esteri europei abbiamo preso la decisione di estendere fino a settembre le sanzioni esistenti e abbiamo concordato, restando uniti, una nuova lista di nomi da colpire. A questo punto si è mosso qualcosa per rilanciare gli accordi di Minsk. Berlino ci ha subito informati e consultati. Ma le riunioni a livello del gruppo di contatto non facevano progressi e intanto la situazione sul terreno diventava ogni ora più drammatica. Così il presidente Hollande e la cancellieria Merkel hanno lavorato insieme al presidente ucraino Poroshenko a una proposta per arrivare a una soluzione. Ne hanno discusso a lungo. E adesso Merkel e Hollande hanno messo a punto una proposta europea. Sono arrivati al Cremlino contando sul sostegno di tutti i ventotto governi dell'Unione ".
Proprio tutti-tutti? Anche la Grecia di Tsipras?
"All'ultima riunione dei ministri degli Esteri, la decisione di allungare la lista delle personalità da sanzionare è stata presa all'unanimità. Come è stato deciso all'unanimità di aumentare gli sforzi per trovare una soluzione politica alla crisi. Decisione che, come si vede, sta dando i suoi frutti: intanto qualcosa si è mosso. Verso la Russia ci possono essere in seno all'Unione sensibilità diverse. Ma sulla crisi Ucraina gli europei si sono mossi finora in modo straordinariamente unito ".
Sì però in questa vicenda l'Europa continua a chiedere dei cessate il fuoco che vengono promessi e poi regolarmente violati. Ha senso continuare a proporre tregue temporanee senza dare, almeno in prospettiva, il senso di un accordo complessivo che risolva davvero il rapporto Ucraina- Russia?
"Quando la gente muore sotto le bombe, chiedere una tregua o un cessate il fuoco ha sempre senso. E considero un successo che si sia riusciti ad aprire un corridoio umanitario per evacuare i civili da Debaltseve. Comunque è vero che si deve discutere di un piano di pace che preveda una soluzione globale, ed è quello che noi stiamo cercando di ottenere. Ma questa soluzione deve essere discussa e accettata in primo luogo dagli ucraini. Solo loro hanno il diritto di decidere che cosa fare del proprio Paese".
Tutti parlano con Putin. Ma fino a che punto il Cremlino controlla i separatisti filo-russi?
"Difficile rispondere con esattezza a questa domanda. Ma una cosa è certa: senza il sostegno politico, finanziario e militare del Cremlino i separatisti non potrebbero fare quello che stanno facendo. Quindi Putin ha in mano gli strumenti per risolvere il problema".
Non crede che, come propone qualcuno negli Usa ma pure al di qua dell'Atlantico, anche noi dovremmo dare armi al governo ucraino?
"Se stai cercando una soluzione politica, come stiamo facendo noi con uno sforzo ai massimi livelli, fornire armi ad uno dei contendenti non mi sembra un gesto molto coerente. La fornitura di armi è sempre una decisione bilaterale dei singoli Stati che non coinvolge direttamente la Ue. Ma non vedo nel panorama europeo una spinta in questo senso. Anche negli Stati Uniti se ne discute, ma non è stata presa nessuna decisione. Molto dipenderà dalla nostra capacità di trovare una soluzione pacifica a questa crisi che non ha, comunque, nessuna possibilità di soluzione militare".
Intanto però la Nato sta rafforzando le difese. Come giudica questa decisione?
"È evidente che non tocca a me giudicare le scelte di un'altra organizzazione internazionale. Però ricordo che la decisione di rafforzare la forza di intervento rapido venne presa al vertice di Cardiff, in agosto, e che l'obiettivo era di potenziare la capacità di intervento militare tanto ad Est quanto a Sud. E poi ho notato con piacere che il segretario generale della Nato ha detto di sostenere la missione di Merkel e Hollande".
E gli americani? Non ha a volte la sensazione che remino contro i vostri sforzi di mediazione?
"No. Sono appena uscita da un lungo incontro con il vice presidente Biden e il presidente Juncker. Mi sento regolarmente con il segretario di Stato Kerry, che ritroverò adesso a Monaco. Gli americani sono, come noi, molto preoccupati. E, come noi, sono convinti che l'unica via di uscita da questo conflitto sia una soluzione politica.
So che sono stati molto contenti dell'iniziativa di Hollande e Merkel e che sperano porti a risultati concreti. Nessuno, in Occidente, sta soffiando sul fuoco che divora l'Ucraina. Ma nessuno può permettersi di voltare la faccia dall'altra parte davanti ad una aggressione militare".
Source: http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/07/news/mogherini_la_ue_non_vuole_armare_l_ucraina-106718172/?ref=HREC1-1
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